Esperto di Calcio

11 ottobre 2012

Pep Guardiola e la rivoluzione Milan


Massimiliano Allegri non sarà più l'allenatore del Milan. Non sto dando in anteprima la notizia del suo esonero, ma di certo le strade del tecnico livornese e dei rossoneri si separeranno. Quando? Giugno, al più tardi.
Da giorni si susseguono voci su un interessamento da parte del patron rossonero nei confronti di Pep Guardiola.
Conosciamolo meglio. Josep Guardiola i Sala è un catalano tutto d'un pezzo. Dopo una vita trascorsa al Barcellona ha dispensato calcio anche da noi, a Brescia e a Roma. E' fra i pochi giocatori spagnoli ad aver brillato in Serie A, indice di un'intelligenza calcistica superiore alla media. Non si spiegherebbe altrimenti come abbia fatto a costruire, alla prima esperienza come tecnico, una squadra tanto bella e perfetta. Il suo Barcellona è certamente fra le tre squadre più belle che il sottoscritto abbia mai visto. I maligni potranno dire che con giocatori di quel calibro avrebbero vinto tutti. Forse, ma probabilmente non così tanto e non in quel modo.
Classe, velocità, precisione, metodo, cura dei dettagli e maniacale dedizione al successo. Queste erano le armi del Barça stellare di Pep e queste sono le caratteristiche che mancano al Milan, una squadra fatta di potenziali fuoriclasse (Pato ed El Sharawy); giocatori mediocri (Abate, Montolivo, De Jong); ibridi (Boateng, Robinho) e giocatori sopravvalutati (Mexes, Nocerino, Flamini).
Il parco giocatori è da rifondare, perdere due tasselli come Ibra e Thiago Silva è sintomatico. Ma i due fuoriclasse appena passati al Psg hanno sempre mascherato i limiti di Allegri. Il Milan non ha mai avuto un gioco degno di questo nome ed ora che mancano i due unici campioni si vedono i risultati. 7 partite e 7 miseri punti.
La chiave per vincere una partita e per dare un bel gioco alla squadra è il centrocampo. Guardiola giocava con Xavi, Iniesta e Busquets; Allegri con Montolivo, De Jong e Nocerino. Al di là del chiaro gap tecnico fra i tre giocatori catalani e quelli a disposizione del livornese, balza subito all'occhio una differente filosofia. L'italiano predilige un centrocampo di rottura, tanto da rimpiangere un giocatore come Van Bommel (guardacaso epurato da Pep ai tempi del Barcellona). Guardiola punta sul possesso palla e sulla capacità di gestirla e smistarla. L'azione tipo parte dalla difesa ed è fatta di decine di tocchi, per creare superiorità numerica e mandare l'attaccante in porta. Una filosofia di questo tipo stride parecchio con l'idea "palla lunga per Ibrahimovic" impostata fino alla stagione scorsa a Milanello.
Prendere il maestro catalano significherebbe modificare radicalmente l'idea di gioco, ma anche intraprendere un percorso di crescita che potrebbe riportare il Milan ai tempi di Sacchi, Capello o Ancelotti.
L'operazione è complessa e costosa, ma di sicuro rendimento a mio modo di vedere. Mi auspico che possa andare in porto, sarei curioso di vedere Guardiola all'opera in un campionato tanto diverso dalla Liga.
Il nostro calcio ha bisogno che giovani tecnici portino idee fresche, nuove. Conte, Montella e Stramaccioni devono essere solamente i battistrada di un movimento che potrebbe coinvolgere grandi personaggi come Roberto Baggio e Paolo Maldini. Niente di personale contro buoni allenatori del calibro di Cosmi, Ventura, Zeman, Pioli o Colantuono, ma se vogliamo primeggiare in Europa serve un ricambio generazionale. E serve ora.

Daniele Berrone

2 comments:

Anch'io sono sarei curioso di vedere Pep in un ambiente come quello del Milan. Secondo me però un risultato positivo del sodalizio non è poi cosi scontato. Abbiamo già visto cosa è successo alla filosofia-Barça con Luis Enrique a Roma..

Un rischio da calcolare, ma certamente Guardiola è uomo di calcio e personalità che potrebbe far bene alla nostra immagine calcistica. Anche in panchina è ora di dar spazio ad un calcio propositivo, con tanti ex giocatori che potrebbero far bene. Penso a Roberto Baggio e Zinedine Zidane, se fossero bravi come tecnici la metà di quanto lo sono stati da giocatori...vedremmo spettacolo allo stato puro.

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