Esperto di Calcio

27 novembre 2012

Gli Hooligans sbarcano a Roma, e sono nostrani


Tutto il mondo è paese, ma forse no. Un gruppo di tifosi del Tottenham, la scorsa settimana, è stato aggredito in un locale di Roma. Motivo dell'aggressione, la partita fra la Lazio e i londinesi? No. Il gruppo è stato aggredito e selvaggiamente picchiato per le loro origine ebraiche. A Roma e Verona siamo abituati a vedere tifoserie che insultano "i diversi". Neri o ebrei non fa differenza, il diverso fa paura e genera ignoranza. L'ignoranza, purtroppo, a volte degenera in violenza.
Se andate a chiedere ai presidenti di Roma e Lazio vi diranno che non sono i tifosi organizzati a fare questi raid, ma non vedo come questo possa migliorare le cose. I responsabili del feroce attacco, se mai si troveranno, subiranno il giudizio della giustizia penale ed un daspo di qualche anno. Un daspo? E perchè mai persone del genere dovrebbero godere del diritto di vedere una partita? Evidentemente si vuole dare all'Italia intera ed al mondo l'immagine che sia il calcio il problema, quando in realtà ci sono motivazioni ben più profonde. La società, la famiglia, la cultura. Ma no, è più comodo che il problema sia il calcio, viviamo pure con i paraocchi e tutto andrà bene. Quanto amo questo paese..
Domenica, a Londra, è andato in scena uno dei tanti derby cittadini. A White Hart Lane era ospite il West Ham, la cui tifoseria è stata oggetto di più di un dibattito. Gli "Hammers" vantano  infatti la frangia di hooligans più feroce e violenta d'Inghilterra, la GSI. Bel primato davvero.
Subito prima del match s'intonano inquietanti cori contro la tifoseria del Tottenham: "Forza Lazio", "Possiamo accoltellarvi tutte le settimane" e dulcis in fundo un inno ad Adolf Hitler "perché venga a prendervi". E cosa fa il presidente del West Ham? Dice forse che, non trattandosi della tifoseria organizzata può dormire sonni tranquilli? Fortunatamente no. Questo l'estratto del comunicato apparso sul sito ufficiale del club: "Il West Ham prendera' le iniziative piu' severe, compresa la squalifica a vita dal club, contro quei tifosi che saranno giudicati colpevoli di un comportamento intollerabile". Detto fatto, non appena la polizia ha arrestato uno dei responsabili è scattata la squalifica a vita. Non è stata la polizia o la FA a prendere questo provvedimento, è stato il club. Per quale ragioni le nostre società non si tutelano con azioni di questo tipo? Farebbero più bella figura e, forse una volta per tutte, spazzerebbero via l'idea che ci sia una certa connivenza fra vertici societari e tifoserie.
Il calcio sta vivendo, in questi ultimi anni, una nuova ondata di razzismo e nazismo, inutile nasconderlo. Ciò che trovo allucinante, da italiano, è prendere lezioni di etica e morale dagli inglesi. Nulla contro di loro, ma parliamo di un popolo che ha per secoli sfruttato le colonie, schiavizzato le popolazioni più deboli e imposto un pesante giogo ai popoli sottomessi. Eppure sono diventati più velocemente e facilmente di noi una nazione multietnica, dove la forza lavoro extracomunitaria è considerata una risorsa preziosa. L'Italia è troppo indietro come paese ed il calcio ne è lo specchio perfetto. Gli stranieri fanno comodo, ma non sono regolarizzati se non quando sono indispensabili. Quanti calciatori con avi di dubbia provenienza ricevono la cittadinanza? Pressochè tutti. Viceversa i muratori, gli operai e i carpentieri devono attendere anni.
In un paese così non mi stupisco che la domenica ci troviamo ciclicamente di fronte agli stessi problemi, non c'è la volontà di crescere e risolverli. Spero solo che i club se ne rendano conto e inizino a fare come il presidente del West Ham. 

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