Esperto di Calcio

15 novembre 2012

Luis Alberto Suarez, il pistolero per la Juventus


In tanti anni di calcio non mi è mai capitata una scena surreale come quella consumatasi durante Liverpool-Chelsea. A venti minuti dalla fine il bomber dei reds, Luis Suarez, realizza la fondamentale rete dell'uno a uno. La Kop esplode ed il giocatore corre felice verso la bandierina del calcio d'angolo. Godutosi il metaforico abbraccio della gente si volta, aspetta quello dei compagni. Ma è solo, vicino a lui il vuoto. I compagni sono schierati in campo, molti gli danno le spalle. L'uruguaiano perde il sorriso, si rabbuia e torna solitario a centrocampo.
Chi raccoglie vento semina tempesta dice un proverbio popolare. Mai detto fu più calzante. Il numero nove del Liverpool vive da separato in casa, snobbato dai compagni ed insultato dai tifosi. Un paradosso se pensiamo che Suarez è, per distacco, il miglior giocatore del Liverpool. 23 goal il 55 presenze non sono bastati all'uruguaiano classe 1987 per conquistarsi l'amore della gente e dei compagni. Troppo vivide le mal digerita gesta dell'attaccante: gli insulti razzisti a Patrice Evra, il rifiuto a stringergli la mano in pubblico e le simulazioni.
Nella visione britannica del calcio razzismo e simulazioni sono gesti intollerabili. Se a questo aggiungiamo che Suarez ha provocato (anche se involontariamente) l'infortunio di John Terry, il quadro è completo. Luis alberto Suarez è il tipico giocatore sudamericano. Tecnico, rapido e con un dribbling formidabile, ha un carattere forte ed irascibile. Per capire quanto sia focoso basta riportare un interessante aneddoto. L'allenatore dell'Everton, David Moyes, lo ha quest'anno accusato di essere un simulatore. La risposta del giocatore non si è fatta attendere. Non a parole, con le quali non è particolarmente bravo, ma coi fatti. Realizzato il goal del raddoppio "reds" è corso davanti alla panchina dei "cugini" esultando tuffandosi a terra. Impressionante palla al piede e con un senso del goal fuori dal comune, ha la tendenza a voler emergere. All'Ajax si è ben presto conquistato la fascia di capitano a suon di goal, diventando un vero leader in campo e nello spogliatoio. Passato a Liverpool si aspettava un analogo percorso. Quanto a goal non ha deluso, andando in rete con la solita sconcertante regolarità. Difficile diventare il punto di riferimento in uno spogliatoio britannico, all'interno del quale la figura di riferimento è Steven Gerrard. Il carattere spigoloso di Suarez ricorda un pò il connazionale Paolo Montero. Leader della retroguardia bianconera per molti anni, Montero era di poche parole e molti fatti. Duro in campo e trascinatore fuori, come Suarez si era costruito l'immagine di "duro". In tempi non sospetti l'ex difensore della Juventus aveva consigliato in corso Galileo Ferraris l'acquisto del connazionale. Chissà che le difficoltà a Liverpool non spingano "El Pistolero" verso Torino.

 Attaccante di straordinario talento, Suarez è in grado di ricoprire sia il ruolo di prima che di seconda punta. La sua vena realizzativa fuori dal comune gli ha permesso di andare in doppia cifra in tutte le stagioni giocate in Europa. Un dato impressionante, che testimonia quanto fiuto del goal abbia questo giovane attaccante. Strepitoso nel saltare l'uomo, sa mettersi al servizio della squadra. Destro naturale, Suarez è un punto fermo della Nazionale di Tabarez. In coppia con Forlan o con Cavani non importa, perchè parliamo di un centravanti versatile. Prototipo della punta moderna, sa essere incisivo sia giocando come unico punto di riferimento offensivo che in coppia con un compagno. Lanciato in velocità diventa letale per le difese avversarie. Da anni spero con tutto il cuore che venga in Italia, dove farebbe la fortuna di qualsiasi squadra. Integrato nel giusto contesto è uno degli attaccanti più forti del mondo, ne sono certo.


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