Esperto di Calcio

13 novembre 2012

Salvate il soldato Bojan


20 Ottobre 2007, sei giorni dopo il suo esordio nel campionato spagnolo con la maglia del Barcellona, un ragazzetto dal viso pulito e lo sguardo fiero diventa a soli 17 anni e 2 mesi il più giovane marcatore nella storia della Liga. Mettendo a segno una rete contro il "Submarino amarillo" di Villareal, Bojan Krkic ripaga la fiducia concessagli da Mister Rijkard.
Cinque mesi e un altro paio di record più tardi, "l’enfant terribile" si diploma secondo marcatore più giovane nella storia della Champions League realizzando il primo goal contro lo Shalke 04 nell’andata dei quarti di finale a Gelsenkirchen. Un inizio col botto.
Tutti si chiedono chi sia questo giovanotto così precoce e talentuoso. Gira voce che sia il cugino di Messi, ma gli somiglia soltanto nella statura; in città affermano che abbia fatto 900 goal in soli sette anni di Cantera blaugrana, qualcosa come cento goal all’anno. Facciamo chiarezza.
Bojan non è propriamente il cugino di Messi. Essendo i loro trisavoli fratelli, esiste tra i due un antichissimo legame di sangue.
Poi Bojan di goal nella Cantera catalana non ne ha segnati 900, sarebbe una cifra folle. Si è fermato a “soli” 889 in 648 in partite ufficiali più le amichevoli.
Sì, gli amanti del calcio come me e come te che stai leggendo rimangono piacevolmente stupiti da queste statistiche ed accolgono nel loro immaginario una nuova figurina: Occhi chiari, capelli lisci da bravo ragazzo, sorriso di chi sa di avere davanti a sé orizzonti di gloria.
Gli scettici dicono: “anche Javier Portillo segnò nelle giovanili del Real Madrid oltre 700 goal, per poi percorrere una carriera al contrario: 43 goal in 10 anni da professionista”.
I prudenti dicono: “vediamolo in una squadra forte, la statura gracile non aiuta, la pressione psicologica gioca brutti scherzi sui giovani talenti, ci vuole carattere”
I sognatori non possono che pensare “ha soltanto 17 anni, cosa combinerà nei prossimi 15? Quanti altri record batterà e quanti trofei alzerà al cielo?”
Bojan Krikic, il 20 Ottobre 2007, si mostra al mondo com'è realmente: un predestinato. Ma nel calcio il difficile non è emergere bensì confermarsi.
Il palmares dice che Bojan Krikic ha vinto 3 volte la Liga, una Coppa di Spagna, 2 Supercoppe di Spagna, 2 Champions League, 2 Supercoppe UEFA e un Mondiale per club. Sono numeri impressionanti che nascondono un piccolo inganno. Il talentino spagnolo in quattro anni di Barcellona ha collezionato 163 presenze, la stragrande maggioranza delle quali partendo dalla panchina, con un totale di 41 goal. 10 goal a stagione facendo una media approssimativa.  Un modesto bottino se si pensa alle credenziali con cui si era presentato al calcio dei grandi. Il suo contributo è stato prezioso, ma nella storia di quei trofei rimarranno Xavi, Iniesta, Henry, Messi, Eto'o e persino Pedro, uno che da giovane non sembrava dovesse sfondare.
Nella stagione 2011-2012 Bojan chiede spazio e lascia Barcellona. Passa in prestito alla Roma, dove in un anno gioca pochissime partite da titolare e segna solo 7 goal. Né Luis Enrique né successivamente Zeman lo considerano una pedina importante per gli schemi della squadra, pertanto la Roma lo mette sul mercato. Il Milan coglie la palla al balzo e se lo assicura per la stagione corrente, sempre in prestito dal Barcellona, come vice-Pato o vice-Robinho.
Qualcosa non torna. Le qualità tecniche sono indiscutibili, ma sembra esserci un problema di personalità e carattere, quel blocco che impedisce al giocatore di fare il salto da “bravo“ a “campione” attraverso la classica esplosione in termini di giocate, goal e assist.
Un altro aspetto che a mio avviso ha contribuito alle difficoltà di adattamento di questo piccolo fenomeno nel calcio che conta è la mancanza di fiducia. Non ha trovato un allenatore che abbia puntato tutto su di lui e abbia saputo rischiare. E' stato impiegato col contagocce, spesso in ruoli limitanti le sue naturali doti di bomber.
Bojan rispecchia l’identikit del goleador micidiale, veloce, rapace. Eppure lo abbiamo visto sulla fascia crossare per le punte durante il periodo romanista; nel Milan gioca alle spalle delle punte, col compito sì di attaccare ma anche di difendere e far ripartire l'azione.
Se un ragazzo giovane, per anni, viene impiegato solo per scampoli di partita è normale che non renda al massimo delle sue potenzialità, specialmente se viene settimanalmente attaccato dai media.
Credo che se qualcuno avesse il coraggio di farlo giocare per dieci partite di fila, il mondo del calcio cambierebbe velocemente idea su questo ragazzo timido e un po’ incompreso, ma con numeri da grande campione.
Il calcio però va troppo in fretta, le chance sono poche e se non vengono colte al volo si viene messi da parte, come accaduto a Giovinco nella prima avventura in maglia bianconera.
E alla fine per giocatori come Bojan non resta che sperare in un po’ di fortuna. Se il goal in semifinale di Champions contro l’Inter, quando il ragazzo ancora militava nel Barcellona, non fosse stato annullato (per altro irregolarmente),  staremmo parlando di un altro giocatore. Bojan sarebbe diventato l’eroe di Barcellona, proprio come accaduto a Pedrito nel corso della sua prima stagione con i grandi, quando fu in grado di scrivere il proprio nome sui tabellini di ogni competizione.
Certe serate memorabili fanno scattare qualcosa nell’animo di un ragazzo, aumentano la consapevolezza nei propri mezzi e creano un’aura di fiducia e di positività attorno a sé.
Quando il circolo virtuoso si interrompe è difficile rialzarsi ed il rischio è quello di perdersi.
Bojan Krikic è un giovane classe '90, il tempo per affermarsi non è ancora scaduto. Non c'è tempo da perdere però. Mi auguro che incontri un allenatore "illuminato", come Montella o come Petkovic per intenderci. Ma anche, perché no, un Mourinho, capace di recuperare psicologicamente il ragazzo, come fatto a Milano con Wesley Sneijder.
Chissà se un giorno sentiremo di nuovo accostare il nome Bojan Krikic a cifre e statistiche che fanno sognare, come un 889, un 648 o semplicemente come il numero uno di una vera Champions League vinta, finalmente, da protagonista.

5 comments:

Articolo molto simpatico, se viene preso come puro esercizio di fantascienza. Bojan, essendo il cugino di messi, è un predestinato, è vero, ma a fare lo stesso lavoro di Harvey Esajas, cugino a sua volta di Seedorf. Tra l'altro il goal annullato contro l'inter era palesemente irregolare, dato che purtroppo nel giuoco del pallone non è ancora permesso stoppare la palla con la mano (Tourè non avrebbe mai potuto fare l'assist senza stoppare la palla con la mano). Bojan, piccolo incapace fannullone perdigiorno!

P.S.: @Daniele Berrone..se io avessi una ferrari non darei le chiavi a un non vedente..

Articolo approfondito e ben scritto, bravo Vico. Pure troppo per un giocatore francamente trascurabile.

Anche io ho sempre apprezzato Bojan, mi spiace molto che non stia facendo quello che ci si aspettava da lui.
Speriamo che al Milan si riprenda e faccia vedere chi è!

I numeri sono dalla sua parte e i gol che ha fatto in passato sono davvero tanti!Ma è cresciuto lui e sono cresciuti gli altri, probabilmente tecnicamente c'è chi è migliorato di più, non penso sia solo un problema di allenatori che non lo considerano come dovrebbero; credo che un vero campione riesca a dimostrare sempre e comunque di esserlo, altrimenti si tratta solo di un ottimo/buon giocatore.
Stefa.

Morfeo, Paolucci, Lanzafame, Locatelli, Stroppa.. parliamo digiocatori, che nelle giovanili erano considerati dei predestinati. E la loro carriera? Essere fenomeni fra i giovani è una base di partenza, ma non significa essere arrivati.

Posta un commento

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More