Esperto di Calcio

22 febbraio 2013

Il cormorano dalle ali di cachemire: Patrick Kluivert


Ha avuto poca fortuna nel nostro calcio, con una semplice stagione fra più ombre che luci. Patrick Kluivert, però, era un attaccante davvero formidabile, completo. Univa la classe, la tecnica e la visione di gioco di una seconda punta con il fisico e l'istinto "omicida" di un vero e unico centravanti.
Cresciuto nelle giovanili del Schellingwoude, entra giovanissimo a far parte del settore giovanile dei lanceri di Amsterdam. L'Ajax è la migliore scuola calcistica possibile per ogni ragazzo olandese, tanto che dopo 10 anni di militanza nel settore giovanile, Kluivert viene aggregato alla prima squadra, allenata dal maestro olandese Louis Van Gaal. In sole tre stagioni, a cavallo fra il '94 ed il '97, vince tutto. Un ragazzo appena maggiorenne che decide partite d'importanza planetaria. In una mite sera viennese, infatti, trafigge Sebastiano Rossi con una zampata di sinistro, che regala all'Ajax la quarta Coppa dei Campioni.
70 presenze e 39 reti con i biancorossi di Amsterdam sono il biglietto da visita con cui Patrick Kluivert si presenta a Milano, sponda rossonera. Fabio Capello fa del ragazzone olandese il terminale offensivo del suo Milan, con il quale non spiccherà il volo. 27 partite e solo 6 reti, convincono i dirigenti milanisti a cedere Kluivert al Barcellona. In Catalogna ritrova Louis Van Gaal, il tecnico che lo ha lanciato nel grande calcio. Con i Blaugrana è amore a prima vista: dribbling, assist e goal piovono copiosi. 16 il primo anno, 23 il secondo, 25 i due successivi.
Con la maglia del Barça esprime il suo calcio migliore, fatto di reti e giocate meravigliose. Destro, sinistro o testa fa lo stesso, perchè il numero 9 segna in ogni modo e maniera. Al Camp Nou ancora si stropicciano gli occhi quando pensano a quel Barcellona, poggiato sul tridente Figo-Kluivert-Rivaldo.
Sesto marcatore assoluto della storia del Barcellona, nell'estate 2004 viene ceduto al Newcastle United, con il quale mette a segno 13 reti alla prima ed unica stagione. Il ritorno in Spagna, nelle fila del Valencia, e poi in Olanda e Francia con PSV e Lille, segnano la fine della sua carriera. Una carriera fatta di molte luci, ma l'ombra di non aver sfruttato tutto il suo potenziale.
Kluivert aveva nei piedi, nel fisico e nella testa le potenzialità per diventare il numero uno del mondo. E' stato un grandissimo giocatore, in grado di fare goal in tutti i modi, ma avrebbe potuto essere ancora di più. Ciò che ricordo di Patrick, era la sua potenza unita a piedi sopraffini. Meno tecnico e meno forte fisicamente di Ibrahimovic, aveva uno stile di gioco che può ricordare lo svedese. Estroso e sorprendente, lo annovero fra i campioni che ho avuto la fortuna di ammirare. E inserirlo in questo novero, significa contestualizzarlo con gente come Ronaldo, Batistuta, Baggio, Del Piero, Shearer, Shevchenko. Potrei continuare, ma il messaggio è chiaro. Ora allena gli attaccanti dell'AZ Alkmar, e con un maestro così c'è da aspettarsi che diventino fenomenali.

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