Esperto di Calcio

28 febbraio 2013

Il razzismo è un problema culturale. Lotito e la Lazio forse non l'hanno capito


L'Uefa ha deciso, due partite a porte chiuse per la Lazio. Una decisione tardiva ma necessaria, perchè non se ne poteva più. Il presidente Lotito si è inalberato e ha annunciato ricorso, ma la sua reazione è stata francamente fuori luogo. Il numero uno biancoceleste ha infatti dichiarato: "I delinquenti non hanno nulla a che fare con la tifoseria organizzata e io non posso tutelare ogni individuo a Roma. C'è differenza tra tifosi delinquenti e delinquenti tifosi. Se uno è un delinquente lo è a prescindere se è laziale, juventino o di qualsiasi altra squadra. I fatti successi ieri sera sono stati commessi da delinquenti e non sono ascrivibili alla tifoseria organizzata. C'è anche da dire per altro che i tifosi tedeschi hanno lasciato segni indelebili in diverse piazze storiche della città. I mezzi d'informazione devono fare una netta distinzione tra il delinquente tifoso e il tifoso delinquente, questo che significa? Significa che se un delinquente commette un reato, lo commette da delinquente e non da tifoso, questo è l'aspetto fondamentale. Se invece è un tifoso delinquente, allora lui espleta il reato, lo fa da tifoso. Il problema è che il presidente di una squadra, che ha sempre cercato di reprimere questi atteggiamenti, non può pagare pegno per comportamenti che non hanno nulla a che vedere con la tifoseria".
Io mi chiedo, ma com'è possibile dire tante banalità e fesserie? Il presidente difende i suoi investimenti e i suoi ragazzi, questo è pacifico e lo rispetto. Ma non può parlare di "sparuta minoranza" quando basta fare un rapido giro su youtube o sul web per ascoltare osceni cori e leggere striscioni indegni. E non parlo degli stadi italiani in generale, sto parlando della curva nord di Roma, quella dove albergano i tifosi della Lazio.
Siamo seri, stiamo parlando di una tifoseria il cui idolo, Paolo Di Canio, si presentava settimanalmente sotto la curva con il braccio destro alzato. Lui parlava di saluto romano come nulla fosse; bene, il resto del mondo può interpretare questo tipo di saluto come "fascista" o "razzista".
Commentare queste scene fa male, prima di tutto allo sport ed all'Italia intera. Ma non è più il tempo di nascondersi ed inventare stucchevoli scuse, ci sono stadi e città in cui il razzismo è un problema da affrontare e superare. Una volta era il nord-est, con Verona e Treviso in testa; da qualche anno si è aggiunta Roma, sponda Lazio e sponda Roma. Si, perchè in questo le due tifoserie sono accomunate. Se i laziali sono razzisti a 360 gradi, i romanisti sono specializzati in antisemitismo, complimenti davvero.
Parlare di sparuta minoranza razzista, nei confronti della tifoseria laziale, significa prendere e prendersi in giro. Sono certo che su 30-40 mila tifosi presenti all'Olimpico, la stragrande maggioranza rappresenti il tifo sano e pulito; ma il tifo organizzato della curva nord è razzista. E non solo, vi alberga anche un'innata stupidità. Si, perchè il razzista è colui che discrimina in base ad etnia e colore della pelle. I "buuu" e gli "uhuhuh" modi scimmia, sono invece indirizzati solo ai tifosi di colore delle squadre avversarie. Com'è possibile? Konko, Diakitè, Cavanda, Ciani e Saha come possono tollerare un atteggiamento simile? Come possono andare ad esultare sotto la curva dopo aver ascoltato quei beceri ululati? Questo ce lo dovrebbero spiegare loro.

 

Non so cosa faccia più male, se i vessilli fascisti e razzisti allo stadio o i cori contro i calciatori di colore. Ero combattuto, ma dopo aver sentito le parole di Lotito ho capito che è un problema culturale. Il più profondo e marchiano degli errori è la mancanza di cultura. Di fronte ad una decisione così si sarebbe dovuto rispondere: "Faremo di tutto per invertire la rotta e tenere fuori i razzisti dallo stadio". Si sarebbero dovuti mettere degli stewart all'ingresso, si sarebbero dovuti controllare gli striscioni. Si, perchè se i cori sono estemporanei, gli striscioni e i vessilli son preparati. Fare entrare svastiche, croci celtiche e striscioni con su scritto "Auschwitz la vostra patria, i forni le vostre case" è sinonimo di una totale assenza di controlli. Se questi non vengono implementati ed aumentati in massa per eliminare definitivamente il problema, allora ci troviamo dinnanzi ad un palese episodio di malafede. 
Anzichè pensare a come ridurre la squalifica, a restituire alla Lazio la partita con i suoi tifosi, concentriamoci severamente sul fenomeno e debelliamolo. In Inghilterra i daspo per i razzisti son vitalizi, da noi ci lamentiamo se siam costretti a giocare a porte chiuse. Come dicevo, questione di culutra.

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