Esperto di Calcio

2 marzo 2013

I cinque flop del mercato: Mendieta, Quaresma...


Il mercato del calcio vive di alti e bassi, di grandi colpi e tonfi fragorosi. Le italiane ci hanno abituato a spendere e spandere senza criterio, ma cerchiamo di individuare i cinque flop del mercato italiano.

#1 Il primo posto è tutto suo. Gaizka Mendieta è stato senza alcun dubbio l'investimento peggiore che un'italiana potesse fare. Cragnotti, in barba alle storiche difficoltà degli spagnoli in Italia, lo ingaggia nell'estate 2001 per la sontuosa cifra di 48 milioni di euro.
Esploso nel Valencia di Hector Cuper, ha trascorso la sua carriera post-valenciana a cercare di non deludere le aspettative. Non ce l'ha fatta in campo, ma ora pare aver trovato la sua vera vocazione. In Inghilterra, infatti, ha scoperto la passione per la musica e dopo il ritiro è diventato un Dj di discreto successo. I tifosi della Lazio si stanno mangiando le mani, l'avessero saputo lo avrebbero dirottato all'Arcadia anzichè all'Olimpico.

#2 La sua "trivela" non è passata inosservata, così come i 25 milioni di euro investiti da Moratti per portarlo a Milano. Lui è il solo ed inimitabile Ricardo Quaresma, l'unico giocare al mondo ad esser riuscito ad ingannare un pò tutti. Si, perchè prima dell'Inter anche il Barcellona era cascato nel tranello dell'esterno portoghese. Destro naturale, giocava sulla fascia mancina per scatenare la sua arma segreta: il cross d'esterno. Indimenticabile la "trivela mania" che aveva contagiato l'ambiente nerazzurro e la stampa italiana nel lontano 2008. Un entusiasmo durato all'incirca 2 settimane, il tempo necessario perchè Mourinho aprisse gli occhi e trovasse al lusitano la perfetta collocazione tattica: una volta in panchina, l'altra in tribuna.

#3 Cellino ha portato in Italia "El Bati" Larrivey, ma i più attenti amanti del nostro calcio si ricorderanno che la Roma lo aveva anticipato nell'estate del 1998. Già, un paio di stagioni prima d'ingaggiare il vero Batistuta, i Sensi si fecero ammaliare da un "bomber" argentino dalla bionda chioma e poco altro. Gustavo Javier Bartelt si presentava con un pedigree di tutto rispetto, 13 goal in 18 apparizioni con il Lanus. 13 come i miliardi di lire investiti su di lui, ripagati con la bellezza di 15 presenze e 0 goal. Passo felpato e piede sghembo, Bartelt ha chiuso la sua carriera nel 2011, realizzando addirittura 3 reti a cavallo fra il 1998 e il 2011.

#4 L'Inter ha sempre avuto un grande fiuto per gli esterni. Prima di Quaresma, infatti, i nerazzurri erano stati sedotti da Andy Van Der Meyde. In effetti l'olandese aveva talento, ma aveva un grosso problema: la durata. Si, perchè in 3 settimane ha esaurito tutte le sue capacità balistiche, non giustificando i 12 milioni di euro investiti. Per fortuna a Milano si era dato alla salvaguardia degli animali, costruendo una specie di zoo nel centro della città. Come racconta lui stesso nella sua biografia: "Avevo uno zoo nel giardino di casa: cavalli, cani, zebre, pappagalli, tartarughe. Dyana, la mia prima moglie era la vera malata. Per lei rifiutai un trasferimento al Monaco: a Montecarlo ci sono solo appartamenti, mi disse, dove li mettiamo i nostri animali? Una sera scesi in garage, al buio, intravidi una sagoma imponente e udii suoni strani. Aveva comprato un cammello". Chapeau

#5 Alessio Secco non poteva mancare in classifica. L'anno in cui l'Inter calava il colpo Quaresma, a Torino prendevano Amauri. Un colpo sensazionale, per una Juve che si apprestava a tornare nell'Olimpo del calcio. I 23 milioni di euro peggio spesi della storia della Signora, per un bomber famoso più per il suo stipendio che per i suoi goal. E dire che per Ama, un brasiliano cresciuto in Svizzera e svezzato a Palermo, non si poteva parlare neanche di saudade. Il flop è tutto suo e guai a non dare a Cesare quel che è di Cesare, o meglio ad Amauri quel che è di Amauri. Dopo una bella partenza, condita con un goal al Real Madrid, il bomber brasiliano si è involuto come il peggior Kallon. Sbagliava tutto, ma la Juve lo riciclò in "Babbo Natale".

Scegliere questi cinque portenti non è stata impresa facile, perchè i vari Vampeta, Sorondo, Baptista, Melo, Farinos, Guly, Ayala, Ziege, N'Gotty, Beloufa.... etc... spingevano. Certo è che rapporto qualità/prezzo son stati veramente dei bidoni gallatici.

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