Esperto di Calcio

28 aprile 2013

La patria degli estremi difensori: l'Italia

La scuola italiana dei portieri è sempre stata considerata la migliore al mondo, e a mio parere continua ad esserlo. Nonostante l’exploit di portieri brasiliani e spagnoli, Julio Cesar e Casillas su tutti, possiamo tranquillamente affermare che in Italia ci sono ancora dei portieri capaci di emulare le gesta dei grandi portieri del passato, Zoff su tutti. Nonostante sia quasi a fine carriera, la nostra nazionale può contare su un grandissimo portiere come Buffon, che può anche commettere qualche piccolo errore ma mantiene sempre la capacità di fare parate decisive. Alle sue spalle ci sono portieri che scalpitano e meriterebbero più attenzione, come Federico Marchetti della Lazio, che sta disputando l’ennesima stagione ad alto livello e che è una assoluta garanzia, e Salvatore Sirigu che sta disputando una buona stagione col Paris Saint Germain. Si dice che un portiere dia il meglio tra i trenta e i trentacinque anni, possiamo guardare con assoluta fiducia al futuro! E ora una piccola analisi squadra per squadra del nostro massimo campionato. Atalanta: a Bergamo è titolare inamovibile Andrea Consigli, classe 1987, un portiere magari non spettacolare ma dal rendimento costante. Ragazzo che ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili, molto agile e bravo tra i pali, dovrebbe migliorare sulle uscite alte, ma ha ancora almeno dieci anni di carriera davanti a sé. Alle sue spalle ci sono veterani come Frezzolini e Polito, ottimi compagni di allenamento. Bologna: a causa di vari infortuni si sono alternati a difesa della porta felsinea due ex grandi promesse come Federico Agliardi, classe 1983, e Gianluca Curci, classe 1985. Entrambi arrivano da stagioni costellate da più bassi che alti, ma hanno fornito prestazioni rassicuranti. Agliardi è tra i due il più incline ad errori grossolani, che ne hanno minato la carriera facendolo addirittura sedere in panchina in serie B, mentre Curci paga grosse lacune caratteriali e una costante tensione emotiva. Cagliari: i pali della squadra sarda sono occupati saldamente dall’interessante Michael Agazzi, classe 1984, che ha raccolto la pesante eredità di Marchetti. Portiere dal gran fisico, dovrebbe migliorare nella gestione dei tiri da lontano, effettuando respinte laterali a sventare il pericolo di ribattuta in rete. Di lui si parla di un futuro interista: forse avrebbe bisogno di una tappa intermedia in un club di fascia medio alta. Come sostituto troviamo l’affidabile Avramov, chiamato in causa in qualche occasione durante la stagione. Catania: alle pendici dell’Etna è rientrato il portiere argentino Mariano Andujar, classe 1983, giocatore dai grandi mezzi tecnici e fisici. A mio parere molto sottovalutato in quanto poco spettacolare, ma capace di interventi assolutamente efficaci. Come riserva troviamo l’ex promessa Frison, che a venticinque anni sarebbe giusto che si misurasse come titolare in serie A, magari in quel Cagliari che lo segue da tempo. Chievo: a Verona la stagione era iniziata con Sorrentino tra i pali, e durante la finestra invernale c’è stato lo scambio con Ujkani del Palermo. Pertanto da gennaio è stato promosso tra i pali Christian Puggioni, classe 1981, portiere che non ha avuto la carriera che meritava per avere fatto scelte coraggiose, come quella di non avere un procuratore ad inizio carriera. In questo scorcio di stagione ha commesso qualche errore, ma credo che sia un’atleta sul quale puntare per il prossimo campionato. Fiorentina: ritengo che il vero punto debole dei gigliati sia proprio l’estremo difensore. E credo che lo pensi anche Montella, vista l’alternanza tra Emiliano Viviano, classe 1985, e il brasiliano Neto, classe 1989. Entrambi non hanno offerto le giuste garanzie. Di Viviano si dice che patisca il fatto di essere più tifoso che giocatore: per me è solamente un discreto portiere. Neto, forse, neanche quello. Genoa: nella difficile stagione del Grifone, Sebastian Frey, classe 1980, ha fornito buone prestazioni. Se avesse fatto una vita da atleta avrebbe avuto maggiori soddisfazioni, e anche meno pancetta. Tzorvas come vice è ottimo, soprattutto se non viene chiamato in causa. Inter: in casa nerazzurra hanno deciso di sostituire Julio Cesar con lo sloveno Samir Handanovic, classe 1984, che ha risposto con ottime prestazione a chi avesse dei dubbi sul fatto che non fosse un portiere da grande squadra. In passato accostato al Bayern Monaco, in questi giorni si parla di lui in chiave Barcellona. Posso dire che il gioco coi piedi non sia il suo forte, e che davanti a trenta milioni lo si debba lasciare andare. Dietro di lui troviamo Carrizo e Castellazzi, ma l’Inter potrebbe avere già in casa il portiere del futuro: il giovane Bardi. Juventus: i campioni d’Italia in carica sono gli unici ad avere due portieri di assoluto livello in rosa. Di Buffon sappiamo già tutto, inutile dilungarsi. Su Storari non possiamo che mostrare rammarico per non vederlo all’opera domenicalmente. Reparto più che coperto. Lazio: i capitolini hanno a disposizione un grande portiere come Federico Marchetti, classe 1983, che in questa stagione ha ulteriormente innalzato il livello delle proprie prestazioni. Ottimo tra i pali, coraggioso ed efficace in uscita, buono coi piedi. Prandelli ha finalmente cominciato a prenderlo in considerazione. Il dopo Buffon è assicurato. Bizzarri rappresenta un’ottima riseva. Milan: ho ancora negli occhi gli improperi di Galliani dopo le papere di Abbiati, classe 1977, dato per partente. Ritengo che sia un portiere dalle prestazioni costanti e ancora integro. Se non venisse confermato, chi lo prenderà farà sicuramente un affare. Amelia, il suo vice, non è da Milan: incline all’errore, non offre alcun genere di garanzia per chi deve lottare per il titolo. Napoli: l’esperto classe 1977 Morgan De Sanctis è una delle colonne del Napoli di Mazzarri, ma credo che abbia fatto il suo tempo tra i pali del San Paolo. Sempre nervoso verso tutto e tutti, ricordo anche i plateali gesti di stizza con i tifosi, non rappresenta il portiere ideale per guidare una difesa da alta classifica. Disastroso nelle uscite, che reitera anche fuori area creando sempre pericoli per la propria difesa. Il vice Rosati, quando chiamato in causa, ha fornito prestazioni sconcertanti. La società credo debba adoperarsi per rinforzare il settore. Palermo: dopo aver puntato ad inizio stagione su Ujkani, durante il mercato invernale Zamparini ha deciso di ingaggiare l’esperto classe 1979 Stefano Sorrentino dal Chievo, il quale non si è dimostrato all’altezza del ruolo in parecchie occasioni, anche in partite decisive come quella col Siena. Eccede di sicurezza e talvolta di sufficienza. Credo che il vice Benussi meriti un’occasione e un po’ di fiducia. Parma: Antonio Mirante, classe 1983 di scuola Juventus, è un portiere che non appare molto, ma che spesso risulta decisivo. Rendimento costante, buona presenza e buona tecnica, merita una occasione in una grande squadra. Il vice ed esperto Pavarini quando è stato chiamato in causa non ha mai demeritato, ma alla soglia dei quarant’anni potrebbe prendere in considerazione il ritiro. Pescara: nella confusa e turbolenta stagione degli abruzzesi c’è stata parecchia confusione anche sul ruolo dell’estremo difensore. Il giovane ed emergente classe 1992 Mattia Perin ha fornito prestazioni altalenanti. Osannato dalla stampa specializzata, a mio parere in modo eccessivo. Non dotato fisicamente in altezza, ma molto reattivo, non garantisce sicurezza tra i pali e nelle uscite. Ritengo debba lavorare ancora molto per formarsi. Nelle ultime giornate è stato schierato l’ex promessa Ivan Pelizzoli, classe 1980, che sta fornendo buone prestazioni, ma è penalizzato da una difesa colabrodo. Roma: anche per i giallorossi il ruolo dell’estremo difensore ha rappresentato una incognita. Partiti con Stekelenburg, classe 1982, continuato con Goicoechea (classe 1988), finito con Stekelenburg. L’olandese è un buon portiere, ma nulla più, e credo che Zeman lo abbia accantonato in quanto dopo due anni in Italia non ha ancora imparato la lingua, elemento fondamentale per ricoprire un ruolo così delicato. Goicoechea era stato segnalato dal compianto Francesco Mancini, ma si è rivelato davvero un portiere mediocre. Urgono rimedi. Sampdoria: dopo due stagioni, una in B ed una in A, posso tranquillamente affermare l’argentino classe 1987 Sergio Romero sia un portiere mediocre. Inaffidabile tra i pali, soffre mostruosamente i tiri da lontano. Nelle uscite non eccelle, e di piedi sbaglia parecchi palloni. Da Costa, classe 1983, è un ottimo vice e non lo ha mai fatto rimpiangere, perché non dargli fiducia? Siena: dopo una carriera costellata da tanti trasferimenti e tante panchine, Gianluca Pegolo, portiere classe 1981, ha finalmente avuto l’opportunità di misurarsi in Serie A. Estremo difensore non molto alto, è dotato di grande reattività e istinto. Buono coi piedi e nelle uscite. Fosse stato alto dieci centimetri in più avrebbe avuto una buona carriera. Col vice Farelli forma una buona coppia. Torino: sotto la sponda granata della Mole c’è finalmente un buon portiere, il belga classe 1979 Jean Francois Gillet. Fedelissimo di mister Ventura è un portiere ancora integro e capace di salvare il risultato. Ottimo tra i pali, buono in uscita e coi piedi, vale anche per lui il discorso fatto per Pegolo: se fosse stato un po’ più alto avrebbe difeso i pali di un top team. Il vice Coppola è un discreto rincalzo. Udinese: in Friuli continuano ad affidarsi ad estremi difensori di scuola balcanica. Dopo Handanovic è stato richiamato alla base dopo il prestito a Siena il serbo classe 1986 Zeljko Brkic. Grande fisico e discreta agilità, è un portiere che può togliersi delle soddisfazioni se continuerà a lavorare sui fondamentali. Il vice Padelli non ha fornito grosse prestazioni, ma è un discreto portiere. Per concludere, segnalo che in serie B si sta mettendo in evidenza il giovane portiere della Ternana Alberto Brignoli, giovane prospetto da seguire. Esperto di calcio a breve ne farà una scheda completa.

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