Esperto di Calcio

30 settembre 2013

Storie di calcio: il normanno, Emmanuel Petit

Nella Francia dei campioni c'era un giocatore davvero sorprendente. Accanto a campioni del calibro di Thuram, Zidane, Djorkaeff e Deschamps, giocava un ragazzone biondo. Sguardo intenso, un piede normale e un dinamismo straordinario. Sto parlando ovviamente di Emmanuel Petit, campione del mondo nel 1998 ed autore del goal del 3-0 nella finale parigina contro il Brasile. Quella è stata la partita di Zinedine Zidane, ma la griffe del biondo centrocampista normanno rimarrà sempre nella storia del calcio.
Emmanuel Petit inizia la sua carriera da professionista nel Monaco di Arsène Wenger, che lo impiega come terzino e difensore centrale. Petit segue nel 1997 il suo allenatore nell'avventura londinese, dove viene impiegato come centrocampista. All'Arsenal forma con Viera una diga insuperabile di muscoli e tecnica.
Petit e Vieria sono titolari anche nella nazionale francese nei vittoriosi mondiali francesi del 1998: Petit si distingue per un gran goal contro la Danimarca nella fase a gironi, ma soprattutto per la cavalcata che lo porta a segnare il 3-0 contro il Brasile nella finale (e non è certo da tutti segnare il 3-0 contro il Brasile in una finale dei mondiali) dopo aver servito a Zidane l’assist per l’1-0 su calcio d’angolo.



Dopo aver vinto anche l’Europeo 2000 con la Francia, Petit monetizza e lascia l’Arsenal per il Barcelona, dove gioca solo per una stagione tormentato dagli infortuni. L'impiego in difesa, per scelta dell’allenatore Serra Ferrer, convince il buondo francese a cambiare velocemente aria. Dopo una sola stagione Petit torna in Inghilterra, nel Chelsea, dove "svezzerà" una giovane stella del calcio locale. Frank Lampard, appena approdato ai blues dal West Ham, impara in fretta dal francese, formando con lui una coppia molto bene assortita. I guai al ginocchio continuano a tormentare Emmanuel, fino a costringerlo al ritiro nel 2004.
Centrocampista di talento e sostanza, Petit ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto. Nato in un periodo in cui la Francia era stracolma di campioni in mezzo al campo, Petit non era certamente il più talentuoso. Il suo carattere, tipico delle zone del nord, lo porta a non arrendersi mai, superando i propri limiti. Se Vieira, Deschamps e Zidane son stati baciati dalla bontà di madre natura, Petit si è guadagnato con il sudore e la fatica tutto quello che ha vinto. Ho sempre apprezzato giocatori così, e Petit non fa eccezione. Dinamico, con una facilità di corsa fuori dal comune, ed un fisico pazzesco, Emmanuel è stato un grande protagonista del calcio internazionale per almeno dieci anni. Campione del mondo e d'Europa, lo immagino ora accanto a moglie e figli, ad insegnare ai giovani Petit come rinverdire le gesta del papà.

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