Esperto di Calcio

7 ottobre 2013

Inter-Roma, i grandi meriti di Garcia e i demeriti del "solito" Mazzarri. E Zeman rosica..

Oggi gira così, voglio sparare a zero su Zeman. Ecco perchè, partendo dalla fantastica vittoria di San Siro, voglio parlare un pò di Roma e del sorprendente Rudi Garcia.
Inizierei con l'analizzare proprio la vittoria di Milano, tanto meritata quanto netta. I giallorossi hanno ridicolizzato gli uomini di Mazzarri, mai in partita ed in preda del gioco rapido e veloce dei capitolini. Ma dove finiscono i demeriti dell'Inter ed iniziano i meriti di Garcia? Partirei col dire che Mazzarri ha mostrato, ancora una volta, tutti i suoi limiti. Ha provato a giocarsi a viso aperto la partita, lasciando in panchina Kovacic ed affidandosi al suo solito (e ormai logoro 3-5-2). Un modulo che ormai non sorprende più nessuno e che ha successo solo laddove, come con la Juventus, si gioca tutti dietro e ripartenza in contropiede. Anche se con i bianconeri, partita in cui l'Inter ha comunque giocato molto meglio rispetto a ieri, l'Inter poteva perdere (chiedete al solito Isla..), la partita era stata nettamente diversa. I nerazzurri avevano imbrigliato la Juventus e l'avevano colpita con il solito contropiede, marchio di fabbrica di Mazzarri fin dai tempi di Reggio, quando erano Ciccio Cozza e Nick Amoruso a sorprendere le difese.
Ma sabato Mazzarri ha fatto il passo "più lungo della gamba" e ha provato a giocarsela a viso aperto, senza chiudersi e senza aspettare. Il risultato è stato impietoso e sotto gli occhi di tutti. Pereira, Ranocchia e Rolando hanno palesato i loro limiti difensivi, riabilitando un pò il lavoro del vituperato Stramaccioni. Juan Jesus si è dimostrato il migliore dietro, ma con un cervello calcistico ben sotto la media. Sciagurato il suo coast to coast da cui è scaturita l'azione del rigore, su cui il povero e unico incolpevole Handanovic non ha potuto nulla.
L'Inter ne ha presi tre, ma poteva prenderne anche di più se non fosse stato per il suo portiere, bravo a chiudere su Florenzi e sullo straripante Gervinho, lontano parente del fantasma dell'Emirates. E questi sono già i primi meriti del francese Garcia, allenatore che mi ha stupito moltissimo. Non era facile gestire la polveriera lasciata da Zeman, che ancora una volta ha fatto la figura del "salame". I giocatori della Roma sono pressochè gli stessi, tolto un campioncino come Lamela e sostituito l'ottimo Marquinhos con l'altrettanto eccellente Benatia. Strootman, voluto fortemente da Rudi il duro, si sta dimostrando un grande giocatore, così come De Rossi, finalmente tornato ad altissimi livelli.
Forse non era così vero che Daniele era un problema, che non si allenava e non era un professionista. Bastava dargli fiducia e farlo giocare dove da il meglio di sè: in mezzo al campo, davanti alla difesa. Garcia, poi, sa leggere tatticamente i match. Ieri sapeva che avrebbe messo in difficoltà i nerazzurri con la rapidità, che li avrebbe imbrigliati con un centrocampo folto e ripartenze veloci. I Mazzarri boys ci sono cascati come delle pere, ed ora la Roma è una seria candidata per lo Scudetto. I match con Napoli e Juventus, prossimamente, ci diranno di che pasta è fatta la banda Garcia.

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