Esperto di Calcio

22 ottobre 2013

L'insostenibile leggerezza di chiamarsi Totti e i deliri di un piccolo scribacchino

Ho sempre pensato che in Italia il giornalismo sia sopravvalutato. Abbiamo in posti di rilievo personaggi discutibili, che esprimono opinioni da bar, parlando per stereotipi e luoghi comuni. Gente come Jacobelli, Zapelloni, Padovan..hanno il pregio di essersi fatti da soli e di essere quantomeno più presentabili del duo Criscitiello-Pedullà, per i quali parlano da sole opinioni, video e trasmissioni su Sportitalia (non a caso network in totale fallimento). Il vero problema non è che esprimano un'opinione, ma che vengano trattati come dei guru dell'informazione, quando non sono altro che comunissimi opinionisti come ce ne sono a bizzeffe nella rete. A volte, nel tentativo di far sentire l'eco della propria voce in tutto lo Stivale, vanno fuori dal seminato. E' il caso di Padovan, che recentemente ha scritto su discoveryfototball.it quanto segue.

Mi è davvero difficile comprendere l’ondata di riprovazione popolare a proposito della mia opinione passata, presente e futura su Francesco Totti. Per me non è un fuoriclasse e, a 37 anni, è un calciatore finito che si limita, come ha fatto per gran parte della sua carriera, a giocare prevalentemente da fermo. I ricorrenti infortuni che lo hanno colpito e lo colpiranno ancora, altro non fanno che confermare la mia teoria. Struttura e muscolatura sono usurate e ogni sforzo agonistico, ancorché limitato ad una partita settimanale, viene pagato a caro prezzo. Non è una colpa, sono tributi che bisogna concedere alla biologia. Tempus fugit e nessuno può evitare questa tagliola, meno che mai chi intende giocare fino a quarant’anni.

Perché Totti non è un fuoriclasse? Perché non ha mai accettato di misurarsi in realtà più competitive della Roma e dell’Italia, perché ha vinto poco nel club e mai a livello internazionale, perché nel 2006 ha fatto un Mondiale da convalescente (Italia sempre senza un uomo se lui era in campo) ritrovandosi campione per meriti altrui. Non senza fondamento, la maggioranza obietta: ma ha segnato più di tutti (230 gol) ed è sulle orme di Piola. E’ vero, ma se guardiamo solo ai gol allora c’è da fare una serie di distinguo: 63 sono stati segnati su calcio di rigore e 20 su punizione. Più di un terzo, dunque, da calcio da fermo la posizione più consona all’indole tottiana. E poi un fuoriclasse – se lo è veramente – non sputa agli avversari (Poulsen all’Europeo di Portogallo) e meno che mai prende a calci per pura frustrazione un avversario migliore di lui (Balotelli nella finale di Coppa Italia del 2010).



Perché Totti è un calciatore finito? Perché il suo galleggiare (3 gol fatti di cui uno su rigore) è senza prospettiva, perché gli infortuni sono frequenti e dolorosi, perché sta facendo una stagione ordinaria in un contesto nel quale eccezionali sono gli altri (con il Napoli, uscito lui, la Roma ha vinto comunque e Pjanic si è esaltato). Candidarlo per un rientro in nazionale non è né realistico, né rispettoso di chi ha fatto e farà più di lui. Come tutti dovrebbero ricordare, al Mondiale si gioca ogni quattro/cinque giorni e il Totti attuale fatica a giocare una partita intera ogni sette. Se in una manifestazione del genere fosse vittima di un infortunio di media entità (gli stiramenti di cui soffre), la sua partecipazione sarebbe esaurita dopo una o due partite e la nazionale si sarebbe bruciata un posto. E poi con tutti i calciatori giovani e maturi che sono saliti alla ribalta negli ultimi due anni, l’Italia ha bisogno proprio di Totti per sentirsi rappresentata?


Ora, chi mi conosce sa che io non sono mai stato un fan sfegatato di Totti. L'ho sempre visto un gradino sotto rispetto a Roberto Baggio e Alessandro Del Piero, gli unici due calciatori italiani ad avermi fatto perdere la testa. Ma è assolutamente innegabile che Francesco Totti sia un fuoriclasse assoluto. Non si vince un Mondiale, non si segnano più di 200 reti in Serie A, non si diventa il leader di una grande squadra se non si ha qualcosa di speciale nel dna. Totti, romano e romanista, è il simbolo del calcio della Capitale. E' un'istituzione del nostro movimento sportivo e come tale va rispettato, anche quando sbaglia. Lo sputo a Poulsen, che tanto fa arrabbiare Padovan, è stata una brutta caduta di stile, lo sappiamo tutti noi e lo sa lui. Ma il danese, che per nostra sfortuna ha giocato in Italia, era un giocatore insopportabile, codardo e scorretto. Sarebbe stato più giusto affrontarlo vis a vis, ma ormai è passato. Totti ha scontato la sua gogna mediatica e la sua squalifica, redimendosi poi con il Mondiale 2006. Quanto a Balotelli, lui sì non è un campione. Non ha dimostrato nulla ancora. Ha grandi potenzialità, un fisico fuori dal comune e una tecnica di base sopraffina. Madre natura gli ha dato tutti gli strumenti per essere un grande campione, ma ad oggi non si avvicina nemmeno lontanamente a questa definizione. Francesco Totti è un campione, che Padovan lo riconosca o no. Lui ha giustamente il diritto di dire la sua, avendo un eco mediatico ben più rilevante del mio e di quello di tanti appassionati. Ma, caro Padovan, l'uscita su Totti è grossolana, stupida e senza fondamento.

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