Esperto di Calcio

9 novembre 2013

Storie di calcio: la favola di Amantino Mancini, dalla Serie A alla Serie D passando per tante sventure

La notizia del suo ritorno suona come una fiaba a lieto fine, come una delle storie che ogni giorno cerco di regalarvi, di raccontarvi. Amantino Mancini, ex cursore di Roma, Inter e Milan, torna al calcio giocato. Lo fa in Brasile dopo essere finito nel dimenticatoio fra i problemi di alcolismo e la condanna a 2 anni e 8 mesi per violenza sessuale. Il calciatore verdeoro, classe 1980, è pronto a tornare a calcare i campi di calcio. A 33 anni giocherà con la maglia del Villa Nova Altetico Clube, formazione che milita nel campionato Mineiro, praticamente il campionato Dilettanti verdeoro. Dopo aver sostenuto le visite mediche Mancini dovrebbe esordire a fine 2013 nella speranza di tornare a respirare aria di calcio.

Mancini arrivò alla Roma nel 2003 e dopo una stagione in prestito al Venezia (dove non giocò praticamente mai), esplose in giallorosso collezionando tra il 2004 e il 2008 154 presenze, impreziosite da 40 gol. I tifosi romanisti non hanno dimenticato in particolare la rete segnata di tacco ai cugini della Lazio in un memorabile derby.



Io lo voglio però anche ricordare per il goal al Lione, che quasi procurò un infarto al telecronista Fabio Caressa, letteralmente impazzito dopo la serie di finte che spaesano la difesa francese, prima di vedere il pallone insaccarsi sotto la traversa.



Nel 2008 il cursore brasiliano si trasferì all’Inter di Mourinho, pagato a peso d'oro. L'unica parte della mia frase che ha un senso è la parola "peso", perchè Mancini divenne grosso ed imbolsito. In nerazzurro, con l'eterno compagno di merende Quaresma, non riuscì a replicare le prestazioni capitoline, finendo nel dimenticatoio. Stessa solfa anche in prestito al Milan prima di tornare in Brasile nel 2011 senza lasciare il segno nell’Atletico Mineiro.
Il 28 novembre 2011 è stato condannato con rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale e lesioni personali nei confronti di una giovane connazionale, conosciuta a Milano durante una festa con Ronaldinho. Mancini si è difeso non negando il rapporto sessuale, ma sostenendo invece che la ragazza fosse stata consenziente. La fine di una carriera che non poteva essere così, troppo brutta per uno capace di fare goal sensazionali.
Ecco allora il ritorno sui campi brasiliani, gli stessi che lo hanno visto un bambino sognante, con un pallone sotto delle scarpette sgangherate e un solo grande obiettivo: giocare per vivere; vivere giocando.


0 comments:

Posta un commento

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More