Esperto di Calcio

8 marzo 2014

Storie di calcio: Hernan "Valdanito" Crespo, semplicemente il goal.

I miei primi ricordi di fantacalcio sono legati ad un'annata ben precisa. Era il 1996 e per la prima volta, con tre storici amici, abbiamo deciso di intraprendere uno dei più bei giochi al mondo.
La mia squadra, portata in trionfo, aveva un attacco a dir poco atomico: Inzaghi, Batistuta e Crespo.
All'anagrafe Hernán Jorge Crespo, il centravanti argentino è stato fin da subito uno dei miei preferiti. Attaccante rapido e con il goal nel sangue, Hernan nasce a Florida, un sobborgo settentrionale di Buenos Aires. E' nella capitale albiceleste che muove i primi passi nel calcio che conta, crescendo nelle giovanili del River Plate, non una squadra qualunque nella storia del calcio. Con i Millonarios brucia le tappe, letteralmente, debuttando nel campionato argentino a soli 18 anni, nel 1993.





62 presenze e 24 reti in tre stagioni convincono gli osservatori del Parma a caldeggiare il suo acquisto. Tanzi, presidente di un Parma con velleità tricolore, investe 8 miliardi di vecchie lire e lo porta in Emilia, alla corte di Carletto Ancelotti. I ducali, che hanno in rosa Zola e Chiesa, hanno per Crespo un piano preciso: farne il centravanti boa di un attacco già ricco di estro e fantasia.
Nei primi mesi italiani, Crespo fatica a trovare continuità e prestazioni, ma Ancelotti vede in lui un potenziale campione. Il tecnico lo "coccola", lo aiuta e gli da fiducia, venendo a fine stagione ripagato. 27 presenze e 12 reti, secondo posto a due sole lunghezze dalla Juventus di Lippi, campione d'Europa in carica.
L'ascesa di Crespo, meglio conosciuto con Valdanito, è stata spesso oscurata da un'ingombrante presenza. Fare il centravanti ed essere argentino nel momento in cui la tua nazionale può schierare un certo Gabriel Omar Batistuta non è facile. Crespo però non si da per vinto. In Italia il dualismo fra i due, che giocano in due squadre in forte crescita, diventa routine quotidiana. Batigol, di fatto legato a Firenze per quasi tutta la carriera, è il vecchio leone, la sicurezza; Valdanito è il nuovo che avanza. Più potente e letale il prima, dotato di maggior classe, estro e colpi il secondo. Crespo non è il classico centravanti d'area di rigore, statico; ma un bomber che si muove, che vuole la palla e dribbla. I suoi marchi di fabbrica divengono ben presto due: il colpo di testa in anticipo ed il goal di tacco, un vero must di Hernan.



L'esplosione di Crespo coincide con la crescita del Parma, che inizia a mietere successi a livello nazionale ed internazionale.



Dopo 116 presenze e 62 reti, Crespo saluta il Parma per approdare alla Lazio di Cragnotti, fresca vincitrice dello Scudetto.



Con i biancocelesti gioca partite sensazionali, tanto in Italia quanto in Europa, fino a laurearsi per la prima volta capocannoniere del campionato, siglando nel 2000-01 la bellezza di 26 reti. Valdanito è ormai un bomber consumato, un giocatore affermato e di livello mondiale, tanto che le mire delle grandi d'Europa si fanno costanti. Il crack di Cragnotti, o quantomeno il suo inizio, spingono l'argentino ad accettare la corte dell'Inter di Moratti, dando vita alla prima delle sue tante esperienze meneghine, tanto nell'Inter quanto nel Milan.
Con i nerazzurri vive un rapporto tumultuoso, fatto di tira e molli continui. Dopo il primo anno alla corte nerazzurra, infatti, Crespo si trasferisce a Londra, sponda Chelsea. Ranieri fa di Crespo il suo nuovo bomber, che nonostante continui infortuni griffa 12 reti.



L'approdo di Mourinho a Stamford Bridge spinge Crespo a tornare nel Bel Paese, ritrovando il più caro dei suoi maestri, Carlo Ancelotti. Con i rossoneri vive una stagione esaltante, soprattutto in Champion League, dove trascina il Diavolo in finale. Qui, nell'incredibile e nefasta partita con il Liverpool, realizza due reti una delle quali a dir poco magnifica. Il tocco d'esterno di Valdanito non vale il successo finale, ma è una gemma rara.



A fine anno il Milan decide inspiegabilmente di non riscattarlo, così Crespo fa ritorno a Londra. Qui inizia a lavorare con Mourinho, manager con cui non avrà la fortuna di rinverdire i fasti di Parma e Roma. Con lo Special One, però, conquista trofei pesanti, e stringe un rapporto molto forte, proseguito poi nella seconda esperienza nerazzurra.
Terzo marcatore della storia della Selecìon, Crespo saluta il calcio giocato con la bacheca zeppa di trofei e riconoscimenti personali. Nel salutare il calcio e la Serie A, non poteva scegliere una cornice diversa da quella di Parma, città che lo ha letteralmente adottato.
"Io sarò sempre qui, questa è la mia casa. Qui andranno a scuola le mie figlie, qui continuerò a vivere. I tifosi li incontrerò a passeggio, magari in via Repubblica o piazza Garibaldi. Sono orgoglioso di ciò che ho fatto e di quello che ho conquistato. Provo gioia quando sento un padre e un figlio che parlano dei miei gol".
Valdanito, un centravanti memorabile.



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