Esperto di Calcio

30 aprile 2014

Clarence Seedorf e il paradosso del Diavolo

Sembra ormai certificato il divorzio fra Clarence Seedorf ed il Milan. L'olandese, approdato a Milanello per precisa richiesta di Berlusconi, potrebbe essere scaricato dopo pochi mesi dal suo insediamento. E' naturale domandarsi perchè il Milan abbia deciso un tale destino per il suo allenatore, e francamente non mi so dare una risposta chiara. Proviamo a capire insieme perchè Seedorf dovrebbe essere confermato; o perchè sia giusto dirsi addio precocemente. 
Clarence ha lasciato questo inverno il calcio giocato, in maniera abbastanza inaspettata. Arrivava da una stagione intensa con la maglia del Botafogo, eppure ha appeso le scarpe al chiodo. Penso lo abbia fatto per il Diavolo, troppo forte il richiamo dei colori rossoneri per un giocatore che ha fatto la storia del club. E' stato fischiato e spesso ingiustamente criticato da una curva che, dopo i fischi a Maldini, non ha più smesso di sconvolgermi. Eppure Seedorf ha sempre provato un amore incondizionato, totale, verso il Milan; ed ecco la scelta: addio al rettangolo verde, è ora di infondere conoscenza da fuori.

Il 16 gennaio s'insedia a Milanello, succedendo a Max Allegri. Il toscano, partito bene al suo primo anno, è andato in costante calando, fino al tracollo di Sassuolo. Clarence rappresenta il nuovo che avanza, ma il materiale tecnico nelle mani dell'olandese è quello che è. In primis la squadra non l'ha fatta lui; in secundis la qualità della rosa è ben lontana dai giorni migliori. Clarence non si scoraggia e inizia un percorso irto e tortuoso. Ad oggi sono 16 le apparizioni sulla panchina rossonera, con 9 vittorie e 2 pareggi. Francamente non mi sembra un brutto viatico, specie se pensiamo che le sconfitte sono arrivate contro la Juventus, la Roma e l'Atletico Madrid, non proprio delle squadre scarse. Di contro un importante successo a Firenze ed un derby alle porte, che potrebbe riaprire scenari per la qualificazione del Milan all'Europa League. Certo, non un gran traguardo per una squadra abituata all'Europa che conta, ma pur sempre meglio di nulla.

Eppure, nonostante dei risultati soddisfacenti, si parla quotidianamente di una sua sostituzione. Due i motivi principali: scarso feeling con lo spogliatoio e con la proprietà. Ma come, mi domando, non era stato proprio il presidente in persona a volerlo a tutti i costi? E soprattutto, chi potrebbe sostituirlo? Ecco, proprio rispondendo a questo quesito rimango un momento di stucco. I media parlano di Inzaghi, che tanto bene sta facendo con la Primavera, ma che un tecnico esperto non è. Sembra quasi che la scommessa Seedorf, seppur non si possa dire che sia stata persa, possa essere accantonata in favore di un nuovo azzardo. Una scelta di questo tipo, a mio modo di vedere, non avrebbe alcun senso. L'olandese è uomo di calcio capace e intelligente; prima ancora di essere stato un grande giocatore, ha dimostrato di essere un uomo integro, con un cervello ben funzionante. La sua filosofia, tanto in panchina quanto in sala stampa, l'ho sempre apprezzata. Sta facendo un ottimo lavoro, specialmente se pensiamo a quanti giocatori di medio-basso livello si trova a dover allenare.
Gente come Constant, Mexes, Zaccardo, Muntari e Birsa non avrebbe potuto nemmeno metter piede a Milanello qualche anno fa. I giocatori d'esperienza, Abbiati, Kaka e Robinho su tutti, sono troppo d'esperienza per vincere da soli le partite; Balotelli continua con le sue personalissime battaglie mediatiche, via microfono o social network, senza caricarsi la squadra sulle spalle. L'unica luce, per ora, è Adel Taarabt, giocatore da sempre talentuoso e che nessuno, prima di Seedorf, aveva saputo valorizzare tanto.

Il lavoro in panchina dell'ex centrocampista è stato buono, a tratti molto buono. Il Milan non gioca un calcio divertente o spumeggiante, ma siamo sicuri che sia colpa di chi siede in panchina? Io per nulla. Capirei se al timone si mettesse un allenatore esperto, vincente; ma puntare su Inzaghi sarebbe un errore. In primis verso l'ex bomber rossonero, che senza i giusti investimenti farebbe la stessa fine di Seedorf. E qui si torna al serpente che si morde la coda, perchè se prendi un manager vincente questi pretende investimenti importanti. E allora non è meglio accontentare Seedorf e continuare il sodalizio? Ai posteri l'ardua sentenza.

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