Esperto di Calcio

11 giugno 2014

Mondiali 2014: le 10 stelle che illumineranno il cielo carioca

Ormai si vede la linea del traguardo, ventiquattro ore o poco più ed il tanto atteso Mondiale di calcio partirà. L'ho detto in tempi non sospetti, per noi europei non esistono rassegne continentali belle come quelle che organizziamo noi, vuoi per orario, vuoi per una omogenea cultura dello sport. Il Brasile, però, è la patria del Futbol, universalmente riconosciuto come "il padre" del calcio. Aspettiamoci un grande torneo, perchè ne sono certo: lo sarà.
Ai blocchi di partenza mancano tanti grandissimi giocatori. Da chi non si è qualificato, come Ibrahimovic, Lewandowski, Bale, Cech o Ramsey; a chi invece è stato clamorosamente escluso dalla propria selezione, come Tevez, Nasri, Borja Valero, Lucas e Isco. Infine, sfortuna vuole, mancano i lungodegenti o gli infortunati dell'ultimo minuto, nomi pesanti che mancheranno tantissimo al Mondiale carioca. Basti pensare a questi nomi: Ribery, Reus, Strootman, Thiago Alcantara, Walcott, Falcao e Pepito Rossi, giudicato ancora troppo fuori forma per poter sostenere una competizione così importante.
Ma non disperate, le stelle non mancano e sono pronte ad illuminare le calde notti italiane con giocate d'alta scuola e goal da urlo.
Lionel Andrés Messi: doveroso partire da chi ha fatto la storia del numero 10, lo ha rivoluzionato. Pelè, Puskas ed Eusebio erano attaccanti dotati di un'incredibile talento e di un istinto del goal ancora più grande. Vivevano, respiravano, per gonfiare la rete. Dopo di loro la figura del 10 è cambiata. La generazione degli Zico, dei Platini e di Maradona, infatti, ha trasformato la più nobile casacca del calcio in qualcosa di aulico. Classe allo stato puro, giocate meravigliose, finte e dribbling ubriacanti. Il numero dei goal, gioco forza, diminuisce. Messi racchiude l'antico ed il moderno in una mistura perfetta, dando vita al nuovo e contemporaneo numero 10. Un cannoniere spietato, con la classe e l'eleganza di un fantasista ed il senso del goal di un numero 9. Per queste e mille altre ragioni, Leo Messi non può che essere considerato una delle stelle del Mondiale, l'unica competizione in cui gli manca l'acuto per essere considerato dai connazionali al pari di Diego.

Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro: probabilmente, ad oggi, il giocatore più letale e completo che ci sia al mondo. Il portoghese è il prototipo del centravanti perfetto, in possesso di una velocità impressionante, un calcio perfetto ed un cinismo da bomber consumato. Baciato da un talento ed un fisico come se ne vedono uno ogni cento anni, Cristiano Ronaldo nasce come ala destra, indossando la numero 7. Viene trasformato in centravanti totale da quel meraviglioso maestro di calcio che risponde al nome di Alexander Chapman Ferguson, al secolo Sir. Alex.
Pallone d'oro in carica, fresco vincitore di scarpa d'oro e Champions League, Cristiano Ronaldo è la speranza di un paese che ha sempre espresso un grande calcio ma a cui è quasi sempre mancato un attaccante di razza. Con CR7 questo limite è decisamente superato.

Gianluigi Buffon: Italia, paese di santi, poeti, navigatori e..portieri. I media possono dire ciò che vogliono, ma la nostra scuola di estremi difensori non ha eguali nel mondo. Così come Buffon, quello che io ritengo il più forte portiere della storia del calcio. Non avrà vinto il pallone d'oro come Yashin; fatto una miracolosa parata su Pelè come Banks; o vinto un Mondiale a 40 anni come Zoff; ma Gigi è per continuità, carisma e classe l'estremo difensore che vorrei sempre con me. Insieme a Barthez e Casillas, Buffon è l'unico ad aver subito una sola rete in un intero torneo, subendola per altro su di un calcio di rigore completamente inventato dall'arbitro Helizondo. E in quel rigore ho capito la forza mentale di Buffon. Quando Zidane se l'è trovato davanti non ha pensato al cucchiaio, l'ha trovato all'ultimo momento. Ho guardato e riguardato quel calcio di rigore, Zizou stava calciando esattamente dove Buffon si è tuffato. Quando se n'è accorto, da grande campione, ha ruotato il piede a destra quel tanto che bastava per accarezzare da sotto il pallone.
Capitano e simbolo della nostra Nazionale, Buffon è l'uomo d'esperienza che può dare la scossa agli azzurri sulla strada che porta alla quinta coppa del mondo della nostra storia.

Neymar da Silva Santos Júnior: sicuramente l'uomo di maggior talento della nazionale verdeoro, che si presenta ai blocchi di partenza come la grande favorita. A ben vedere la Seleçao di fine anni '90 e inizio nuovo millennio, a mio avviso, era un'altra cosa. Gente come Leonardo, Rivaldo, Ronaldo e Ronaldinho, in questa nazionale, non c'è. Neymar è la speranza del popolo verdeoro, che vede nel classe '92 il talento giusto per alzare la coppa al cielo di Rio.
Io non sono un fan di Neymar, ma non posso negare che quando indossa la casacca del Brasile si trasforma, diventa un vero trascinatore. 31 reti in 49 partite a soli 22 anni sono numeri mostruosi, basteranno per issare i carioca sul tetto del mondo?

Andrés Iniesta Luján: nelle furie rosse c'era l'imbarazzo della scelta, ma Iniesta merita una citazione a parte. Giocatore sempre corretto, continuo e dallo straordinario talento, Iniesta ha deciso la finale del Mondiale sudafricano con una rete alla fine dei supplementari, regalando alla Spagna la prima coppa del mondo della sua storia.
Centrocampista totale, capace di giocare in tutte le zone del centrocampo, Don Andrès è pronto a trascinare la Spagna ad un'impresa mai riuscita a nessuno, vincere due Europei e due Mondiali consecutivamente. Ripetersi non è mai semplice, ma la rosa spagnola ha qualità, esperienza e campioni tali da non precludersi alcun tipo di traguardo.

Didier Yves DrogbaTébily: non più di primo pelo ma sempre un centravanti di mostruoso talento e carisma. Drogba è un trascinatore di livello internazionale, un centravanti completo ed un capitano vero. Come avrete potuto capire, stravedo per il modo di giocare che ha Drogba. Non molla mai, è sempre il primo a dare una mano ai compagni, in qualsiasi zona del campo. Un vero capitano si comporta così, se in più realizza reti a profusione, ci troviamo di fronte ad un campione. Drogba, due anni più vecchio di Eto'o, è a mio avviso la vera stella fra gli attaccanti africani. Farei però un torto all'intera Costa d'Avorio se non facessi una citazione a Yaya Tourè, uno dei cinque centrocampisti più forti al mondo. Probabilmente il ruolo di "porta bandiera" per gli elefanti ivoriani lo avrebbe meritato lui, ma il suo momento sarà nel 2018, con la fascia di capitano al braccio.

Arjen Robben: il talento del Bayern, orfano del gemello Ribery, è l'uomo di maggior talento a disposizione di Van Gaal. Scrollatosi di dosso l'etichetta di "perdente di lusso", Robben arriva al Mondiale brasiliano carico a mille. Deve infatti farsi perdonare dai connazionali le due colossali occasioni fallite a Johannesburg, quando si fece ipnotizzare da Casillas ad un passo dalla rete decisiva.
Il talento non è mai stato un problema, Robben ha classe, corsa e tecnica. I suoi dribbling ubriacanti mettono a ferro e fuoco le difese avversarie; il suo mancino forte e preciso può fare male a qualsiasi squadra. Inserita in un girone difficilissimo, l'Olanda è pronta a spiccare il volo con la sua ala dai piedi fatati.

Luis Alberto Suárez Díaz: scegliere fra Suarez e Cavani è come trovarsi di fronte a due opere d'arte, diverse ma allo stesso tempo perfette. Pensare che un paese con poco più di 3 milioni di anime possa vantare un attacco del genere è davvero qualcosa di fantastico, unico. Luis Suarez, fresco vincitore della scarpa d'oro in coabitazione di CR7, è un attaccante fantastico. Non gli manca nulla, ha fisico, velocità ed una tecnica invidiabile; senso del goal, capacità di usare entrambi i piedi ed una cattiveria agonistica inimmaginabile. Suarez è davvero il prototipo del centravanti moderno, letale e capace di supportare i compagni in ogni zona del campo. Pensare che il Real possa schierare un tridente con lui, Ronaldo e Bale mi fa venire la pelle d'oca al solo pensiero.

Paul Labile Pogba: il fuoriclasse francese doveva essere Ribery, fermato all'ultimo istante da un infortunio tanto inspiegabile quanto misterioso. Il compito di guiadre i galletti, allora, passa sulle ampie e robuste spalle del centrocampista bianconero. Classe 1993, Pogba è davvero un mediano fantastico, completo e meraviglioso. Sa fare tutto, difende con grinta e ardore; imposta con precisione; s'inserisce con puntualità; e tira con una forza e una precisione che raramente si può trovare.
Molti avrebbero pensato a Benzema nel ruolo di trascinatore, ma io vedo in Pogba la vera stellina di questo Mondiale, pronto a consacrarsi definitivamente per l'immenso centrocampista che è.

Toni Kroos: il fuoriclasse tedesco, per distacco, si chiama Marco Reus. Sfortuna vuole che il fantasista del Borussia Dortmund si sia infortunato a pochi giorni dal Mondiale, e allora per i tedeschi scelgo Kroos.
Nato come trequartista, Guardiola lo ha quest'anno trasformato in regista, con risultati sbalorditivi. E' risultato essere il giocatore con più palloni giocati in Champions League, quello con più passaggi, tentati e completati. Kroos tocca la palla con la classe di un trequartista e la gestisce con l'intelligenza di un regista classico. A mio modo di vedere il ragazzo di Greisfwald è pronto a fare il salto di qualità ed assurgere nell'Olimpo del grande calcio. A 24 anni i tempi sono maturi.

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