Esperto di Calcio

25 giugno 2014

Mondiali2014: Italia, una vergogna senza fine

Le colpe di questa esclusione sono tante, nessuno ne è immune. Occorre però capire che il peggior risultato di sempre nel Mondiale è specchio del nostro movimento calcistico, ormai allo sbaraglio. Sotto tutti i punti di vista il nostro calcio trasuda marciume, a partire dai vertici dirigenziali fino all'ultima scuola calcio. Il mio non vuole essere né un discorso qualunquistico né di comodo, ma dobbiamo prendere coscienza di quanto sta accadendo nel nostro calcio.
Nemmeno due mesi fa, a Roma, ci sono stati scontri indicibili in occasione della finale di Coppa Italia. Questa volta, purtroppo, ci è "scappato" il morto. In un paese civile tutto questo non sarebbe tollerato, ma in Italia facciamo spallucce. In primis la partita si è giocata, regolarmente. In barba alle tragedie si è andati avanti a testa bassa, dimenticando ben presto l'accaduto. I giornali non hanno preso posizione, le televisioni hanno rilanciato la notizia quel tanto che bastava per fare audience. Nel mentre un ragazzo moriva e a conti fatti cosa veniva fatto? Nulla. Le tifoserie di Roma e Napoli non sono state punite, le squadre meno che mai. Si è parlato per una settimana di Genny 'A Carogna, nomignolo che faceva vendere rotocalchi, poi tutto dissolto in una bolla di sapone. Nel paese in cui si chiudono le curve per i cori contro Balotelli e contro i napoletani, non si prendono provvedimenti per evitare che i delinquenti diventino padroni dello stadio. Non stupiamoci se padri e figli preferiscono guardare la partita sul divano, spendendo meno e rimanendo nelle civili mura domestiche.

In un contesto così è il minimo che il progetto tecnico sia un fallimento. E la ritengo una fortuna, l'esclusione dell'Italia ci da la possibilità di riflettere e fare piazza pulita. Si deve ripartire da zero, senza i soliti slogan sui vivai e le famiglie allo stadio. Occorre tirarsi su le maniche e fare qualcosa, ma farlo davvero.
Nel mondo multietnico in cui viviamo la risposta non può essere la chiusura delle frontiere, assolutamente. Serve aprire gli occhi e cambiare rotta, insegnando ai nostri ragazzi, italiani o immigrati che siano, la cultura del lavoro e del sacrificio. Sarebbe utile ridimensionare la figura del procuratore, evitando così quella perversa compra-vendita di giovani talenti (spesso africani o sudamericani) che fa tanto tratta degli schiavi. La società dev'essere una scuola, una palestra di vita. E' inammissibile vedere giovani della Primavera atteggiarsi a sportivo arrivato, con il taglio di capelli alla moda ed il braccio appoggiato al finestrino dell'Aston Martin. Testa bassa, umiltà e tanto lavoro, così si diventa campioni. E lo si può essere a 18 come a 25 anni, ma uno sportivo vero vive per fare bene il suo lavoro. Non si pavoneggia nel lusso, va a dormire presto e prepara il suo corpo e la sua mente per la prossima sfida.

Se a tutto questo aggiungiamo un incondizionato amore per l'estero, fin dalla più tenera età, la frittata è fatta.
E' giusto e doveroso criticare il commissario tecnico e i giocatori, autori di un Mondiale imbarazzante, ma pensiamo anche ai nostri club. Praticamente tutte le grandi d'Italia (o presunte tali) hanno giocatori stranieri a comporre l'undici titolare. La Nazionale, di conseguenza, ha poco materiale su cui lavorare, specie se si decide che chi va a giocare fuori, come Pepito Rossi nel passato o Criscito e Santon, non sia degno di nota.
E così ci troviamo di fronte ad un piccolo blocco Juve, decisamente meno qualitativo rispetto alle edizioni passate, ed il nulla più totale intorno.
La Roma, che tanto bene ha fatto quest'anno, gioca con Castan, Benatia, Maicon, Nainggolan, Pjanic e Gervinho; Destro e Florenzi, giovani di prospettiva, sono stati bocciati da Prandelli, De Rossi è l'unico ancora di valore, ma parliamo di un giocatore ormai esperto e navigato. Il Napoli non ha praticamente italiani, in nessuna zona del campo. Reina, Albiol, Fernandez, Hamsik, Inler, Mertens, Higuain, Callejon; Prandelli si è portato dietro "lo scugnizzo" Insigne, che fa panchina in azzurro. E vorrei ben vedere, Mertens e Callejon sono giocatori di uno spessore completamente diverso, Insigne ha qualche numero, va bene per una compagine di medio livello, ma se non trova posto nel Napoli come possiamo pensare lo trovi con l'Italia?
La Fiorentina gioca con Neto, Gonzalo Rodriguez, Savic, Tomovic, Borja Valero, Cuadrado e Mario Gomez. Giuseppe Rossi è stato lasciato a casa, Aquilani è stato portato in gita in Brasile, Pasqual bocciato perchè poco adatto alla difesa a 4.
L'Inter, come sempre, di italiani nemmeno a parlarne. Handanovic, Rolando, Samuel, Nagatomo, Hernanes, Kovacic, Cambiasso, Alvarez, Icardi, Palacio, Milito. Togliamoci pure dalla testa che Ranocchia o D'ambrosio avrebbero potuto portare qualsivoglia valore aggiunto alla Nazionale, trattasi di giocatori normalissimi.
Il Milan, l'unica insieme alla Juventus ad aver fornito veri blocchi alla Nazionale negli ultimi trent'anni, si è smarrito. Mexes, Rami, De Jong, Emanuelson, Constant, Kaka e Taarabt accanto a giocatori modesti come Montolivo e Poli o direttamente scarsi come Abate e Bonera, che mi chiedo cosa ci faccia in Serie A ancora oggi.

E allora ecco l'Italia che ci meritiamo, quella contro cui mesi fa mi sono scagliato. L'Italia dei Balotelli non mi rappresenta. E non perchè una squadra mediocre o perdente, ma perchè priva di valori morali e senso di squadra. Io voglio vedere gente che in campo da tutto, che corre e suda. I Gattuso, i Camoranesi, i Toni del 2006, ragazzi con la fame di vincere, pronti a lottare dal primo all'ultimo istante. Vedere Thiago Motta e Cassano ciondolare boccheggiando, dopo aver messo piede in campo da 30 secondi, è sconvolgente. Di Balotelli non dico più nulla, è un giocatore così piccolo e presuntuoso da non meritare attenzioni. Questo è il materiale umano che Prandelli ha giudicato essere il migliore. A fine partita avrebbe potuto limitarsi a dimettersi e chiedere scusa, come fece Lippi nel 2010. Invece ha perso anche l'ultima occasione per fare una bella figura. Voltiamo pagina e facciamolo in fretta, magari non prendendo Allegri o Zaccheroni come commissario tecnico.

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