Esperto di Calcio

21 novembre 2012

Van Der Meyde e i suoi fratelli. Le follie di mercato nerazzurre ed italiane


"Nessuna pietà". Questo il titolo della biografia-shock di Andy Van Der Meyde, poco rimpianto ex del nostro calcio. Arrivato dall'Ajax per otto milioni di euro, il giovane esterno olandese ha fatto tutto in Italia, tranne che lasciare il segno. I tifosi più attenti lo ricordano per un grandissimo goal al vecchio Highbury di Londra, nello storico tre a zero dei nerazzurri all'Arsenal. Troppo poco per una meteora, figuriamoci per un ragazzo arrivato con le credenziali del campione.
Cercherò di dare a Van Der Meyde e ad alcuni acquisti nerazzurri di quel decennio "nessuna pietà". Voglio mettere bene in chiaro le cose, non è ne un attacco all'Inter ne un tentativo di demolire il lavoro fatto sul mercato dai meneghini. Questo pezzo vuole essere una lucida analisi sugli sperperi del nostro calcio, su come giovani stranieri vengono acquistati e venerati senza alcun motivo o merito. L'Inter non è l'unica società ad aver effettuato investimenti sbagliati, ma per anni la società di Moratti è stata in primissima linea. Più recentemente Juventus, Roma e Milan sono cadute nello stesso errore, che non è determinato necessariamente da incapacità, ma più semplicemente dall' ansia di vincere.
Van Der Meyde esordisce con "L'Ajax è stata l'unica squadra in cui mi sono divertito. Legai con Ibrahimovic e Mido: si sfidavano in folli corse notturne sull'anello della A10 attorno ad Amsterdam. Zlatan aveva una Mercedes SL AMG, Mido alternava Ferrari e BMW Z8. Tomas Galasek invece mi iniziò alle sigarette". Singolare per un ragazzo ha 22 anni può avere tutto dalla vita, facendo la professione che milioni di ragazzi nel mondo sognano di fare. Ancor più strano se pensiamo che, rispetto ad altri calciatori, non è di certo stato sottoposto a pressioni fortissime. E continua: "Passare dall'Ajax all'Inter è come lasciare un negozio di paese per una multinazionale. Tutto estremamente professionale, un giro di soldi pazzesco, il presidente che dopo ogni vittoria allungava ai giocatori 50 mila euro a testa". 50 mila euro, ma ci rendiamo conto? In una squadra che, a fine anno, ha chiuso al quarto posto a 23 punti dalla prima in classifica. Non oso immaginare i premi partita e scudetto per il Milan campione d'Italia. La biografia continua con aneddoti singolari sulle sue follie con mogli, alchool, prostitute e animali esotici. Ma non ci interessa. Questo fa parte della sua vita privata, una vita probabilmente anche rovinata da fama, successo e denaro.
Ciò su cui voglio soffermarmi è come un ragazzo di buone speranze, che ha fatto bene un paio d'anni in Olanda, sia stato trattato come una star. Siamo sicuri che avrebbe ricevuto lo stesso trattamento fosse stato italiano? Io non credo proprio. Nel nostro calcio c'è una passione per l'estero che non ha eguali. In serie A, tanto per dire, ci sono ragazzi una spanna sopra Van Der Meyde e che si son fatti la gavetta. Diamanti, Miccoli, Lodi, Balzaretti, Maggio, Bonucci, Ranocchia, Pirlo, Insigne. Potrei continuare, la lista sarebbe lunghissima. Per quale motivo non dovremmo esser senza pietà verso i presidenti del nostro calcio? Pensiamo agli ultimi 10 anni di mercato e cerchiamo di capire quanti giocatori sono stati "importati" a carissimo prezzo e hanno poi deluso. L'Inter conduce per distacco in questa classifica degli orrori: Kallon, Emre, Okan, Van Der Meyde, Farinos, Sorondo, Pacheco, Karagounis, Rivas, Pelè, Muntari, Brechet, Cauet, georgatos. Potrei continuare, ma ho reso l'idea. Juventus, Milan, Roma e Lazio non volevano comunque farsi mancare nulla. E allora ecco: Felipe Melo, Poulsen, Tiago, Rodrigo Defendi, Ricardo faty, Wilhemson, Dellas, Lassissi, Tomic, Giugou, Roque Junior, Claiton, Laursen, Contra, Senderos, Viudez, Flamini, Sorin, Mendieta, Lazetic, Castroman, Boshnjaku... Questi sono solo un piccolo esempio. Accanto a loro ci sono anche i "presunti campioni", ragazzi dotati di un talento fuori dal comune e che hanno investito tempo ed energie a divertirsi. Campioni affermati o astri nascenti non importa, è sempre un esempio di scarsa professionalità. Adriano, Mexes, Ronaldinho e Recoba non sono stati dei campioni. Dinho è stato un fuoriclasse assoluto in Brasile, Francia e Spagna, ma da noi è venuto a svernare e provare la movida milanese. Gli altri avevano mezzi abnormi, ma donne, alchool e chissà quali altri generi di conforto li hanno resi dei mediocri. Immensi per qualche anno o partita, ma non dei fuoriclasse. Questa parola connota uomini che sono grandi in campo e fuori. Maldini, Del Piero, Totti, Messi, Roberto Baggio, Gerrard, Raul, Batistuta. Quante volte si è letto di loro sui giornali, quante volte sono stati trovati in discoteca o puniti per una bravata. Nessuna. Guardacaso nessun provvedimento è stato preso anche nei confronti di questi ignobili comportamenti. Ronaldo, uno dei più forti giocatori che abbia mai visto giocare, non si comportava tanto diversamente. Christian Vieri ha dichiarato su di lui: "Quando giocavo all'Inter Ronaldo era il giocatore che si allenava di meno perchè era il più forte del mondo ed è vero che tornavamo di notte alle cinque-sei del mattino perchè andavamo per locali, poi io dormivo due ore e andavo sul campo a correre, mentre lui si metteva sul lettino a mangiare brioche e cappuccino. Il problema è che la sera dopo, a mezzanotte, si presentava sotto casa mia e suonava il clacson dell'auto fino a quando non scendevo ed uscivamo nuovamente". Eppure il brasiliano è andato via dall'Inter, che lo ha aspettato e coccolato, come un re. Tornato in Italia ha esultato sotto la curva nerazzurra per sentire il boato, in segno di sfida. E quali provvedimenti son stati presi nei confronti del "Fenomeno". Nessuno. Christian Vieri, altro giocatore dedito al divertimento, non è stato altrettanto fortunato. E' stato pedinato e ha vinto la causa contro Moratti e l'Inter. Ma perchè? Forse Vieri aveva il cognome sbagliato. In Italia, nel calcio specialmente, è più facile avere un'occasione se non cresci nei nostri vivai.

2 comments:

Quando leggo queste storie penso al Real che "impose" il matrimonio ad un giovane Raul... Ritengo che per molti atteggiamenti sia fondamentale una società forte che li corregga. Moggi in questo era il numero uno: mai uno scandalo, ma solo tante voci ben coperte dal massimo riserbo. Un esempio su tutti, Montero. I nomi mi hanno riportato indietro ad un calcio dove si facevano plusvalenze e compravendite bizzarre, delle quali ne stiamo pagando il salatissimo conto. E ce ne sarebbero ancora di nomi da fare. C'erano movimenti in entrata e uscita continui. Attaccanti mediocri come Javi Moreno strapagati a cifre che oggi ti fai quasi mezza squadra...

Ben detto Marco. La società deve dettare linee guida, non è possibile che giocatori strapagati facciano il bello ed il cattivo tempo. La vita sana, da atleta, è parte integrante del loro lavoro e dovrebbe giustificare il loro stratosferico salario. Ci sono squadre che lo fanno, tanto che in questo senso non ricordo scandali targati United, Barça, Juvnetus, Bayern Monaco, Real Madrid. Cassano, non appena a Madrid hanno scoperto i suoi intrallazzi, è stato allontanato dalla squadra senza più farvi ritorno.

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