Esperto di Calcio

27 febbraio 2013

Il nuovo modo di fare mercato. Quando i soldi non bastano ci vuole competenza


I santoni del calcio, gli opinionisti e i guru della carta stampata ci riempiono la testa con il declino del calcio italiano. Sono due anni circa che sono in totale disaccordo con queste teorie catastrofiste, perché tirandosi su le maniche si possono ottenere grandi risultati. 
E' il caso della Juventus, passata nel giro di qualche mese da settima a prima ed indiscussa forza del campionato italiano, senza spendere e spandere i soldi di un emiro o uno sceicco. Lo ha fatto con competenza, lavoro e tanto tanto sudore. Questo pezzo non vuole essere un elogio al lavoro dei bianconeri, perchè sarei di parte, ma piuttosto una riflessione sul modo di fare mercato. 
Usciti da un decennio di spese folli, le squadre italiane si sono scontrate con una durissima realtà. Lazio, Parma e Fiorentina son fallite o quasi; la Roma per vincere uno Scudetto ha perso tutto il suo capitale societario. L'Inter ha investito valanghe di soldi e ha vinto solo nel periodo post-Calciopoli, dando vita dal 2010 in avanti ad un'incomprensibile politica societaria basata sull'acquisto di buoni giovani (Coutinho, Poli, Biabiany..) ben presto ceduti o relegati ai margini. Le uniche due compagini a salvarsi son state Juventus e Milan, con i torinesi che hanno sempre badato ad avere un bilancio non disastroso ed i rossoneri che han potuto contare sul lavoro di Galliani, un grandissimo dirigente. 
Dicevo della Juventus, non perchè ne sono tifoso, ma perchè ha dimostrato l'anno scorso che è possibile vincere senza investire cifre folli. E quest'anno lo sta ribadendo, essendo tra l'altro ancora in corsa nell'Europa che conta. 
La Juve non vince perchè ha i giocatori migliori, vince perchè ha un'organizzazione tattica molto strutturata; un gioco fluido, pulito e godibile, fatto di possesso palla e inserimenti in velocità. La vera rivoluzione, il cui merito è da ascrivere a Conte e ai suoi preparatori, si è vissuta nella preparazione atletica. Gli stessi giocatori che con Del Neri e Ranieri subivano continui infortuni muscolari, si son trasformati. La Juventus corre a ritmi forsennati e subisce pochi stop. Il "temutissimo" centro di Vinovo si è trasformato in una fortezza del benessere, dove i giocatori si allenano e vengono monitorati costantemente. Niente di eccezionale, solo tanto sudore, tanta fatica ed un'alimentazione sana. 
Tornando al mercato, i grandi colpi son stati fatti senza un esborso economico eccessivo. Si pensi a Pirlo, Barzagli, Llorente e Pogba presi senza scucire un euro; ma anche a Vidal (12 milioni), Asamoah (9 milioni) e Lichtsteiner (10 milioni). Certo, ci sono stati acquisti sbagliati come Elia, ma anche lungimiranti affari come Gabbiadini e Boakye. 
Il mercato è cambiato, le cifre fuori portata sono per gli Abramovich e i petrolieri, ma le competenze non si comprano con i soldi. Dico questo osservando dati inquietanti, come i venti milioni spesi dall'Inter per il trio Alvarez-Forlan-Jonhatan; o i ventuno per Kovacic-Pereira. 
A chi mi vuol muovere una critica, e so che saranno in tanti a farlo, dico che questo è un solo e semplice esempio. Spendere 41 milioni di euro per acquistare Alvarez, Forlan, Jonhatan, Kovacic e Pereira mi pare una follia. Kovacic a parte, che è un '94 ancora da scoprire, gli altri si son fino ad ora dimostrati giocatori modesti (Alvarez e Forlan) o scarsi (Pereira e Jonhatan), motivo per cui vincere risulta una chimera. 
Con 33 milioni la Juventus ha preso Vidal, Asamoah, Lichtsteiner, Pogba, Barzagli, Pirlo e Llorente. 
Quando si dice che i soldi non sono tutto nella vita..

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